Prove d’autore

Il backstage dello sviluppo

Non solo crash test: ecco alcune delle sperimentazioni che, in quasi un secolo di vita, hanno contrappuntato la progettazione e il miglioramento delle Volvo

Quando questa immagine viene scattata, nel 1929, la Volvo esiste da appena due anni. La vettura raffigurata è una PV651, berlina prodotta fino al 1932 in oltre duemila esemplari.

Qui la vediamo impegnata su un banco prova: le ruote anteriori ancorate a due fermi, un ventilatore esterno che insuffla aria nella direzione di marcia, un tecnico intento a regolare il motore e un secondo che opera (a sinistra dell’inquadratura) sulla strumentazione di controllo.

L’ambiente è essenziale ma ordinatissimo, senza nulla più del necessario. Un rigore svedese applicato con attenzione al design persino nei reparti di sperimentazione della fabbrica.



Percorrere una strada con un fondo accidentato facendo in modo che né la schiena dei passeggeri né i collegamenti al suolo delle vetture (le sospensioni, in modo particolare) abbiano a risentirne. A questo servono i tracciati irregolari dei terreni di prova.

Come questo di Stora Holm, a Hisingen, a nord di Göteborg, in cui due Volvo PV544 prima serie affrontano in sequenza, nel 1959, un terreno di cemento armato con betonelle a rilievo dagli spessori differenziati.

Con il trasferimento del centro prove a Hällered, nel 1974, il Trafikövningsplats è stato trasformato in un comprensorio pubblico per l’educazione stradale, in coerenza con la sua originaria funzione.



I manichini sono una parte straordinariamente importante della sperimentazione Volvo sui temi della sicurezza. Esistono intere (e numerosissime) famiglie di “dummies”, che riproducono la morfologia di persone differenti per genere, età e corporatura.

In questa immagine del 2004 l’ingegnere biomeccanico Laura Thackray è in compagnia di Linda, il manichino di una donna incinta, che è stato fondamentale per aumentare la protezione delle persone che, in stato di gravidanza, si trovassero malauguratamente coinvolte in un incidente stradale.

In particolare, Linda ha permesso di valutare in modo dettagliato i movimenti della cintura nonché il modo in cui questa e l’airbag influiscono sull’utero, la placenta e il bambino.

Non sono importanti solo per la Formula 1, i test invernali, ma anche — e soprattutto — per le vetture di regolare produzione.

Per le quali il termine invernale non è tanto una faccenda di calendario ma proprio di climi veramente freddi e rigidi. Quelli che si ritrovano, ad esempio, sul Circolo Polare Artico, nel nord della Finlandia, con temperature che, nel mese di gennaio, possono arrivare talora a sfiorare minime di -50°C.

Questa immagine ritrae una Volvo XC90 di prima generazione, equipaggiata di fari di profondità supplementari montati sopra una barra ancorata al padiglione, mentre affronta una serie di prove di resistenza dinamica nel 2005.



Si chiama AstaZero il comprensorio prove che, nelle immediate vicinanze dell’headquarter di Göteborg, dal 2014 permette — con la collaborazione di Università e partner industriali — di valutare la dinamica di marcia della vetture con l’obiettivo di ridurre a zero (come il nome stesso indica) il numero dei morti a seguito di incidenti.

Vi vengono riprodotte in modo estremamente realistico tutte le condizioni di traffico, dalla città all’autostrada, dalla montagna alla campagna.

Si estende su un’area di due milioni di metri quadrati che hanno, al centro, un anello ad alta velocità. È qui che questa S60 sta entrando sull’asfalto reso viscido dalla pioggia prima di cimentarsi in manovre di evitamento ostacolo.



L’affascinante cammino della vettura a guida autonoma ha conosciuto un importante step nel 2019 con la presentazione della XC90 capace di “guidarsi da sola” sviluppata in collaborazione tra la Volvo e Uber, con l’obiettivo di arrivare a fornire un servizio di ride sharing senza autista.

La vettura è stata progettata in modo tale da garantire che, in caso di guasto di uno dei sistemi primari per qualsiasi motivo, i dispositivi di backup si attivino immediatamente per arrestarne la marcia.

In questa immagine, un momento della lunga fase di test sperimentali condotti a partire dal 2016 sulle strade di San Francisco, in California.



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